Museo Laboratorio
della Mente
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Museo Laboratorio
della Mente
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Patrimonio
Il Museo Laboratorio della Mente, l’Archivio Storico di Santa Maria della Pietà e la Biblioteca A. Cencelli formano un complesso MAB che afferisce alla UOSD LABORATORIO MUSEO DELLA MENTE del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 1.
Il patrimonio custodito dal Museo è ampio e di assoluto valore: la collezione è composta da reperti storici e manufatti, attrezzatura medico-scientifica che documenta la vita del manicomio; da una raccolta di arte irregolare composta da più di mille lavori di pazienti; accoglie infine opere contemporanee frutto delle collaborazioni avviate negli ultimi anni con vari artisti sui temi propri del Museo, come il confronto col disagio, la lotta allo stigma e il contrasto alla sofferenza. Fanno parte della collezione museale le opere di Studio Azzurro, Gea Casolaro, Monica Lundy , Carol Pilars de Pilar, Aye Aye installazioni interattive, Luis Gomez de Teran, Sarah Bennet.
Il Museo è inserito nell’Organizzazione Museale Regionale del Lazio ed è socio istituzionale di ICOM Italia che ha assegnato al Museo Laboratorio della Mente il Premio ICOM Museo dell’anno nel 2010.
La biblioteca presente già nel XIX secolo e composta da raccolte private appartenenti a medici che avevano “esercitato l’arte nell’ospedale dei pazzerelli”, venne riorganizzata e ampliata dal direttore Giovanni Gualandi nel 1850 e si arricchì successivamente con una donazione di Papa Pio IX; nel 1914 venne poi intitolata al presidente della Deputazione provinciale di Roma Alberto Cencelli che la fornì di una rendita annuale.
La biblioteca è costituita da oltre 9.000 volumi suddivisi in una sezione antica, contenente testi dal XVI al XVIII secolo, e da una parte moderna che continua ad accrescersi grazie alle preziose donazioni acquisite.
Di notevole importanza e fondamentale apporto al progetto anche i documenti dell’Archivio Storico dell’ex manicomio di Santa Maria della Pietà; l’Archivio Storico è articolato nelle seguenti sezioni: Ospedale psichiatrico di S. Maria della Pietà (1548-1999); Istituto medico-pedagogico Sante De Sanctis (1933-1975); Policlinico Umberto I di Roma. Reparto Regina Elena (1935-1938); Istituto neurologico provinciale (1937-1993); Opera della Scuola magistrale ortofrenica Giuseppe Ferruccio Montesano (1898-2006).
Gli archivi – per una consistenza complessiva di circa 1.280 metri lineari – sono tutti ordinati e attualmente consultabili attraverso la lettura degli inventari.
L’archivio è oggetto di studio da parte della Soprintendenza archivistica per il Lazio nell’ambito del progetto Carte da legare, che investe l’intero territorio nazionale con l’intento di mettere in rete la totalità del patrimonio archivistico lasciato dagli istituti manicomiali, compresa la schedatura delle cartelle cliniche; un ricco materiale pubblicato in opere diverse.
Il patrimonio fotografico, ammonta a circa 550 fotografie, tutte su supporto analogico e senza negativi originali, la quasi totalità in b/n. Diversi i temi e i soggetti ritratti: il manicomio della Lungara, dismesso e demolito a metà degli anni ‘20, in particolare le aree e i padiglioni sul Gianicolo; la costruzione dei padiglioni a Sant’Onofrio in campagna, avvenuta tra il 1907 e il 1913; alcuni reparti, gli ambulatori medici, le attrezzature scientifiche presenti; le celebrazioni delle feste e le visite di autorità civili e religiose negli anni ’50 e ’60 del Novecento; la vita della Comunità Peter Pan negli anni ‘90.
L’archivio audiovisivo è un archivio di cui fanno parte 110 filmati, realizzati tra gli anni ’70 e ’90 del Novecento. Si tratta di lungometraggi e cortometraggi relativi alle prime esperienze riabilitative attuate negli stessi padiglioni del manicomio e nelle nuove comunità terapeutiche esterne sorte a seguito dell’approvazione della Legge 180/1978. I filmati sono girati sia in modo amatoriale, da operatori della salute mentale, sia da registi professionisti per documentari e per trasmissioni televisive, testimonianza dell’attenzione rivolta al processo di chiusura dei complessi manicomiali. La raccolta comprende anche documentari utili per finalità didattiche sulla storia della psichiatria e le sue evoluzioni nel corso dei secoli.
La collezione d’arte irregolare è costituita da circa 1.100 dipinti prodotti da pazienti che nel corso dei decenni sono stati ricoverati nell’Ospedale psichiatrico e nelle strutture sorte successivamente alla sua chiusura, testimonianza irrinunciabile, da un lato, dell’utilizzo effettivo dell’arteterapia, dall’altro, delle singole cifre espressive. La maggior parte delle opere è il risultato del laboratorio di pittura della Comunità Peter Pan, costituitosi nel 1990 nell’ambito dell’ottavo Padiglione dell’ex Ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà. Il periodo di produzione maggiormente cospicuo delle opere è da Individuarsi tra il 1990 e il 1998.
La collezione di strumenti scientifici ricorda quanto il Santa Maria della Pietà abbia dato spazio alla ricerca scientifica: ne è testimonianza la presenza di un “Gabinetto fisiopatologico” già nella sede di via della Lungara e quella del “Laboratorio di anatomia patologica e istopatologia” a Monte Mario. Beute, matracci, becher, cilindri graduati, pipette, palloni, distillatori, imbuti, vasi cilindrici e bottiglie costituiscono la componente più cospicua e anche quella più antica. Il materiale anatomopatologico, costituito da “vetrini” contenenti campioni biologici, è corredato dalla strumentazione necessaria alla sua estrazione e al suo studio: microtomi, microscopi, siringhe, provette.
Nell’assistenza psichiatrica anche la ricerca chimico-farmacologica ebbe un ruolo di primo piano e la “Farmacia” del Santa Maria della Pietà assicurava il largo fabbisogno giornaliero di farmaci necessari ai ricoverati attraverso l’impiego di numerosi strumenti. Non ultimo il Gabinetto della Malarioterapia.